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FISIOTERAPIA STRUMENTALE: RADIAZIONI INFRAROSSE DEFINIZIONE

altLe radiazioni (o raggi) infrarosse (RIR) sono radiazioni emesse da qualunque corpo caldo. PRINCIPI:  I    RIR hanno natura fisica analoga a quella della luce e si differenziano per la loro più spiccata azione termica. La loro lunghezza d’onda varia tra 0,76 (ai limiti del rosso delle radiazioni luminose) e 400 fi (ai limiti con le radiazioni hertziane). Tale gamma d’onda è suddivisa in numerose bande d’onda; le radiazioni che attraversano meglio la pelle sono quelle a lunghezza d’onda inferiore a 1,4 u.
Le RIR determinano, a livello dei tessuti irradiati, un’elevazione termica sino a una profondità che varia con il variare della lunghezza d’onda utilizzata. Ciò significa, tra l’altro, che quanto meno penetranti sono le radiazioni, tanto maggiore risulta la sensazione di calore avvertita dal paziente. Tale sensazione, inoltre, varia con il variare dell’estensione della zona irradiata.
L’azione fisiologica delle RIR è legata essenzialmente all’elevazione termica prodotta; infatti, pochi istanti dopo l’inizio del trattamento con RIR si osserva un eritema che va accentuandosi durante l’applicazione e progressivamente attenuandosi dopo il termine della seduta.
L’organismo umano reagisce all’iper
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termia locale indotta dalla RIR soprattutto mediante un incremento del flusso circolatorio.
Per quanto concerne l’assorbimento delle RIR, occorre ricordare che l’epidermide presenta differenti bande di assorbimento selettivo e che la permeabilità dei tessuti sottocutanei è condizionata da quella dell’acqua in essi contenuta. Infatti, solo il 5% delle radiazioni penetra oltre i 2 mm dalla superficie e solo l’l% supera i 3 mm. Occorre, infine, ribadire che il modo in cui la RIR è assorbita dipende dall’intensità del fascio incidente, dalla natura delle strutture cellulari attraversate, dalla quantità di pigmento delle cellule dermiche ed epidermiche, dall’entità della vascolarizzazione e dalla temperatura della pelle.
INDICAZIONI CLINICHE Tra le indicazioni principali per le RIR sono da annoverare gli edemi infiammatori e quelli da stasi, le nevriti, le nevralgie superficiali, le mialgie, le distorsioni di piccole articolazioni, le tenosinoviti e le tendiniti superficiali.
Tra l’altro, le RIR vengono utilizzate paradossalmente in caso di ustioni, specie da raggi; infatti, per effetto della radiazione, si osservano un riassorbimento delle cellule epidermiche distrutte e, di conseguenza, una rigenerazione tessutale e un’accresciuta difesa contro le infezioni superficiali.
Le RIR, infine, possono venire utilmente impiegate, talvolta, in sinergismo d’azione con le radiazioni ultraviolette.
CONTROINDICAZIONI
Non esistono vere controindicazioni al
trattamento con RIR.
MODALITÀ DI ESECUZIONE La luce solare è ricca di RIR; tra le sorgenti artificiali dobbiamo menzionare le sorgenti luminose a incandescenza, le lampade a filamento di carbonio o di tungsteno, i radiatori con resistenze al nichel-cromo rivestito di silicio. Nelle apparecchiature utilizzate ai fini terapeutici,
la RIR è riflessa da una superficie parabolica costruita con adatti materiali; per il trattamento di aree circoscritte vengono utilizzati speciali limitatori.
Particolare attenzione spetta alla lampada Sollux: si tratta di una grossa lampada con filamenti di tungsteno immerso in atmosfera di azoto, con potenza di 750- 1000 watt; la lampada è fornita di un limitatore che ha all’estremità un filtro di vetro all’ossido di magnesio o di cobalto o di manganese, al fine di selezionare le varie lunghezze d’onda dello spettro infrarosso, per ottenere la massima pene- trazione.
Una variazione recente della Sollux è rappresentata dalla lampada al tungsteno con una superficie posteriore riflettente a specchio e ima anteriore con vetro impregnato di sali di cobalto. Il paziente deve essere disposto in posizione rilassata e confortevole e la radiazione del generatore deve essere diretta sulla parte da trattare denudata, regolando l’intensità di emissione e la distanza in modo che il massimo del calore tollerabile sia perce-pito senza disagio. La distanza tra la sorgente delle radiazioni e la cute varia da 20 a 60 cm, a seconda della sensibilità del paziente e dell’effetto che si vuole ottenere. Il tempo di applicazione è di circa 15- 20 min per seduta giornaliera; il ciclo di trattamento varia da 12 a 20 sedute.
Bagni di luce vengono utilizzati anche per sopperire all’impossibilità di sfruttare i raggi solari in stazioni climatiche montane o marine; i bagni di luce sono effettuati con apposite casse rivestite all’interno di specchi o di lamiere riflettenti, dove sono collocate delle lampade.
COMPLICANZE
È necessario parlare di rischi da iperdo- saggio e, quindi, della necessità che ogni prescrizione sia adeguatamente valutata in rapporto al singolo caso, tenendo presente il pericolo di scottature nei casi in cui la sensibilità termica del paziente sia ridotta per cause patologiche diverse.
È bene procedere con cautela in presenza di pazienti anziani o fortemente
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debilitati; ci si deve preoccupare di non usare, se non con i dovuti accorgimenti, la lampada sul capo, onde evitare il rischio di colpi di calore; si deve evitare il trattamento in presenza di alcune malattie cutanee, in casi di vasculopatie periferiche degli arti inferiori, in particolari stati di labilità al calore, specie nel periodo estivo, su aree molto estese.
Per evitare danni oculari è bene pre-scrivere al paziente, in determinati casi, l’uso di occhiali protettivi e controllare sempre che la sensibilità termica del paziente sia ben conservata.