
Ascoli Piceno – Una serata di grande musica, emozione e appartenenza identitaria ha illuminato il palco del Teatro Ventidio Basso. In occasione della 20ª edizione del Festival della Canzone Ascolana. Un evento divenuto ormai un appuntamento imprescindibile per la città e per tutti gli amanti del dialetto e della tradizione musicale locale.
Dodici le canzoni finaliste che si sono contese il cuore del pubblico e della giuria, portando in scena storie, colori e sentimenti tipici dell’anima ascolana, tra ironia, nostalgia e orgoglio territoriale.
I finalisti in gara
Ecco l’elenco delle canzoni finaliste con i rispettivi interpreti:
“Se cammine piane piane” – Interprete: Luigi Coccia
“Rumba la Vita” – Interprete: Petò
“I’ sò Asculà” – Interprete: Gianluca Agostinelli
“Da sù nu Drone” – Interpreti: Cristina Paolini e Coro dell’Angolo della voce
“Siende chemmà” – Interpreti: il gruppo Tre chemmare e nu chempare
“Rosa Sbecciata” – Interprete: Pino Scarpellini
“Mo se ne va” – Interpreti: il gruppo ‘Mo se ne va’
“Ascule, pe’ me!” – Interprete: Lycia Gissi
“‘Na Carezza” – Interprete: Emanuela Coccia
“Vinte vòdde Festivàl” – Interprete: Maria Chiara Sabbatini
“Lu Mercatine” – Interpreti: Sergio Giuliani con Marco Pietrzela, Fabrizia Latini, Giuliano Cipollini, Sante Quaglia
Ogni brano ha saputo raccontare uno spaccato della vita cittadina e delle sue emozioni, tra ricordi, scene quotidiane e omaggi a luoghi simbolici.
Ospiti d’onore: musica e comicità
A impreziosire la serata, la presenza di ospiti d’eccezione. Ha incantato il pubblico la voce raffinata di Numa Palmer, il carisma di Riccardo Foresi, e la partecipazione speciale di Gatto Panceri, cantautore amatissimo dal pubblico italiano, che ha regalato momenti di grande intensità. A far sorridere platea e galleria ci ha pensato Angelo Carestia, comico ascolano doc, che ha portato la sua verve e ironia tra una canzone e l’altra.
Un traguardo importante
Il Festival della Canzone Ascolana, nato con l’obiettivo di valorizzare la lingua e la cultura popolare del territorio, spegne quest’anno venti candeline, confermandosi un simbolo di resilienza culturale e un luogo d’incontro tra generazioni. Il teatro gremito e il calore del pubblico testimoniano quanto sia ancora vivo il desiderio di raccontarsi e riconoscersi, attraverso la musica, nel cuore della città.