Arti Marziali

BRUCE LEE E IL JEET KUNE DO

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Bruce Jun Fan Lee (San Francisco, 27 novembre 1940 – Hong Kong, 20 luglio 1973) è stato un attore, artista marziale, filosofo, regista, sceneggiatore e produttore statunitense di origini cinesi.

Nato a San Francisco e cresciuto a Hong Kong, Lee è ampiamente considerato uno dei più influenti artisti marziali di tutti i tempi, nonché l’attore più ricordato per la presentazione delle arti marziali cinesi al mondo.

I suoi film che vennero prodotti fra Cina e USA, permisero ai film di arti marziali di prendere un tono diverso e fecero interessare gli occidentali a questi stili di combattimento più esotici.

Lee divenne un’icona soprattutto per il popolo cinese, come ritratto dell’orgoglio nazionale e per alcuni tratti nazionalistici presenti nei suoi film. Alcuni videro lo videro un modello per acquisire un corpo forte ed efficiente ed un altissimo livello di benessere fisico, sviluppando allo stesso tempo destrezza nel combattimento corpo a corpo. Nonostante nei suoi film ci sono scene di combattimento anche cruente, Lee era fermamente contrario all’uso delle arti marziali come metodo di offesa e supremazia, anche se il suo carattere era ben poco tranquillo.

Il suo temperamento esuberante, i continui battibecchi coi compagni, la scarsa voglia di applicarsi nello studi, convinsero il padre a mandarlo a vivere da un amico negli Stati Uniti

Ma dopo un breve periodo a San Francisco si trasferì a Seattle, dove lavorò come cameriere, si iscrisse quindi alla facoltà di filosofia dell’Università di Washington, dove conobbe Linda Emery che sposerà nell’agosto del 1964 e dalla quale ebbe due figli: Brandon nel 1965 e Shannon Emery nel 1969.

Tra i nomi datogli, “Xiao Long” (“piccolo drago”, in quanto nato nell’ora e nell’anno cinese del drago) ne sottolineava il carattere esuberante, che durante l’infanzia trascorsa a Hong Kong lo portava a scontrarsi con la piccola criminalità giovanile. Per questo decise di volere imparare le tecniche di difesa marziali iscrivendosi alla prestigiosa scuola di Wing Chun sotto gli insegnamenti del Maestro Yip Man, con cui studiò per molti anni.  All’inizio gli studi di Bruce con Yip Man furono affidati a William Cheung, studente di Man, per poi continuare fino ai diciotto anni nel 1959, anno in cui partì per gli Stati Uniti. Uno degli studenti di maggior livello fu Wong Shun-Leung, che si ritiene abbia avuto una grande influenza sull’allenamento di Lee,  si allenò anche nel pugilato occidentale, imparò le basi di scherma occidentale dal fratello minore Peter, e di Tai Chi da suo padre. Questo approccio a 360º distinse via via sempre più Lee da ogni altro praticante di arti marziali, tanto che nel 1966, decise di dare un nome al suo “stile senza stile”: Jeet Kune Do.

Il suo allenamento includeva fitness, forza e resistenza muscolare, resistenza cardiovascolare e flessibilità. Scolpì il suo corpo e defini la sua massa muscolare usando tecniche di culturismo, tanto che Arnold Schwarzenegger (più volte Mr.  Olimpya) lo definì il miglior fisico di tutti tempi. Tuttavia, sottolineò  quanto la preparazione mentale e spirituale fossero fondamentali per il successo dell’allenamento fisico e nella pratica delle arti marziali. Il suo allenamento si concentrava anche su programmi specifici per lavorare gruppi muscolari isolati, che magari non utilizziamo e neanche conosciamo.

Nell’agosto del 1970, si procurò un grave infortunio alla schiena che non aveva ben riscaldato prima di effettuare uno squat con i pesi, e questo gli permise di  dedicarsi alle religioni, alla filosofia, alle arti da combattimento e agli scritti di Krishnamurti. Il periodo di inattività fisica gli offre anche l’opportunità di documentare i metodi di allenamento, che in seguito verranno raccolti e pubblicati dalla moglie Linda nel libro “The Tao of Jeet Kune Do”.

Il suo debutto nel mondo cinematografico di Hong Kong avvenne all’età di tre mesi, ma arrivato in America partecipò a diverse serie televisive, la più famosa fu “The Green Hornet” dove interpretava la parte di Kato.

Kato era l’autista e guardia del corpo del Calabrone Verde e il compagno che gli donò una maschera per aiutarlo nelle sue avventure.

Ad Hong Kong la serie televisiva venne chiamata The Kato Show (per via della maggiore importanza data alla presenza di Bruce Lee) e, ottenendo un grande successo, venne trasmessa in continuazione per molti anni.

Lee interpretò il suo primo ruolo da protagonista nei film “Il furore della Cina colpisce ancora” del 1971 e “Dalla Cina con furore” del 1972, grazie ai quali ottenne vasta celebrità internazionale. In società con Raymond Chow, scrisse, diresse e interpretò “L’urlo di Chen terrorizza anche l’occidente” nel 1972, in cui fece comparsa anche Chuck Norris (all’epoca suo allievo e già campione del mondo karate) in una scena, quella del duello nel Colosseo, che divenne la più celebre di arti marziali nella storia del cinema.

Nel 1973 ottenne il ruolo di protagonista in I tre dell’Operazione Drago, film che lo consacrò come divo internazionale, per il quale fece anche da coreografo per le scene di combattimento. Il film fu il secondo maggior incasso della Warner Bros dopo L’esorcista, e consolidò l’immagine di Lee come leggenda delle arti marziali.

Durante le riprese di quest’ultimo film ebbe un malore, successivamente identificato in edema cerebrale, venne curato, ma purtroppo 3 mesi lo stesso male gli stroncò la vita durante le riprese di “Game of Death”, ma questa è solo una delle storie sulla sua morte.

Nel 1978 uscì “L’ultimo combattimento di Chen “(Game of Death). Le scene di arti marziali aggiunte sono coreografate dall’allora esordiente Sammo Hung e tra gli attori, il Maestro Dan Inosanto (allievo di Lee e guru di Kali) e il campione di pallacanestro Kareem Abdul-Jabbar.

« Il Jeet Kune Do rifugge dal superficiale, penetra nel complesso, va al cuore del problema e ne individua i fattori chiave. »

(da jeet kune do il libro segreto di Bruce Lee)

Avendo imparato il Wing-Chun  uno stile di combattimento che sfruttava i colpi da breve o brevissima distanza , Lee risultava evidentemente impreparato nel combattimento dalla distanza lunga e media, e poiché il Wing Chun non prevede combattimenti a lunga distanza, si sarebbe trovato spiazzato contro un avversario che combatte a distanza; di conseguenza approfondì anche quest’ambito del combattimento. Pensava che un buon artista marziale dovesse essere completo: era, quindi, indispensabile saper tirare calci da lontano e da vicino, pugni alti e bassi; Lee approfondì anche le sue conoscenze scientifiche: kinesiologia, fisiologia, dietistica, ecc…

« Alcune arti marziali sono molto popolari perché sono belle da vedere, caratterizzate da tecniche fluenti, scorrevoli. Ma attenzione! Sono come un vino che è stato annacquato. E il vino annacquato non è vero vino, non è un vino buono, un prodotto genuino. Altre fanno meno figura, però – come sai – hanno un non-so-che, un tocco di autenticità, il sapore della genui­nità. Sono come le olive. Il loro sapore può essere aspro, dolce-amaro. Ma l’aroma persiste. E impari ad apprezzarle. Mentre nessuno ha mai apprezzato un vino annacquato. »

(da jeet kune do il libro segreto di Bruce Lee)

Le origini di quello che Bruce Lee chiamava Jeet Kune Do, si hanno ufficialmente nel 1968, quando Bruce Lee insegnava wing chun nella sua palestra ad Oakland (California).  Inizialmente chiamò l’arte marziale che stava elaborando, Jun Fan Gung Fu, il kung fu di Jun Fan (il nome cinese di Bruce Lee). Il continuo processo di evoluzione del JKD culminò quando nel 1970, a seguito di un incidente, costretto a letto, Lee iniziò un’intensa attività di elaborazione filosofica e metodologica. A seguito di ciò si completò la sua filosofia/metodo di stile senza stile, nessun metodo come metodo.

Il JKD è una scienza e una filosofia del combattimento ideata attraverso un processo di semplificazione, modificazione e aggiornamento di tecniche e principi combattivi appartenenti sia alle arti marziali orientali che agli sport da combattimento occidentali.

Il JKD promuove il concetto di semplicità, efficacia ed economia delle energie ed esclude la distinzione in scuole e stili.

Il JKD consiglia, non impone nulla.

Inoltre, accoglie al suo interno alcuni principi filosofici del Taosimo,Buddhismo e del Maestro indiano Krishnamurti, tipici della cultura orientale, intregrandoli allo studio delle teorie e metodologie dell’allenamento, allo studio della fisiologia e biomeccanica del corpo umano, alla psicologia e alla nutrizione, branche della scienza appartenenti alla cultura occidentale.

Per quanto riguarda il bagaglio tecnico-tattico, Lee analizzò molti sistemi di combattimento tra i quali il Judo, Karate, Taekwondo, Savate, Kick Boxing, Kendo, Muay Thai, Aikido, Tai Qi, ma le arti marziali e gli sport da combattimento che ispirarono Bruce Lee nel processo di sintesi e intuizione del JKD sono il Pugilato, la Scherma, il Wing Chun e in minor misura gli stili di Kung Fu originari della Cina del Nord

Molte scuole di JKD nacquero a seguito della morte del suo creatore, alcune originate direttamente dai suoi allievi, altre di seconda generazione, diverse senza nessun legame e infine, altre che usano il nome JKD solo per pubblicizzare il proprio stile.

Le due principali scuole in quest’ambito sono: Jeet Kune Do Concepts – Jeet Kune Do Original –

Nel Jeet Kune Do Concepts punta sulla continua evoluzione del JKD come stile, subendo numerose influenze da i vari stili di combattimento e le varie evoluzione che ne indicano.

Nel Jeet Kune Do Original o Jun Fan Jeet Kune Do si studia solo ciò che Bruce Lee aveva elaborato cercando di tramandarlo il più fedelmente possibile.

 

Al prossimo Articolo.

Massimo

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