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Il calcio è o no un gioco? Si scrive integrazione si legge discriminazione.

Il calcio è o no un gioco. Abituato a giocare in mezzo alla strada con un pallone ho sempre pensato che lo fosse.  Ma i tempi cambiano il calcio ora è una cosa seria. Un lavoro e chi lo pratica lo fa per ottenere un ritorno economico. E da qui tutto è lecito.  Non abbiamo intenzione di  parlare della definizione professionismo o no, messa in discussione dai club di serie C. Ma fare un’analisi semi seria della visione del calcio minore.

Si sta vivendo un’esasperazione dovuto alla voglia di creare campioni, ma perdendo una cosa fondamentale il divertimento di giocare. I tifosi si ergono paladini del proprio club da difendere a tutti i costi, con il danno che molti tifosi definiti normali disertino gli stadi per paura. Ma il male maggiore che sta crescendo è la perdita di Rispetto. Genitori pronti a difendere il proprio figlio insultando tutti indistintamente compagni di gioco , avversari e non da meno il direttore di gara.

Tale atteggiamento ripreso dai figli con la scusante che lo vede fare da chi dovrebbe essere di esempio insultano, offendono compagni, avversari e non da meno l’arbitro.  Il male nasce anche dalla incapacità di chi ha la funzione di allenatore/educatore che ora pensano solo a ottenere i risultati, senza curarsi di insegnare a giocare a divertirsi e fare aggregazione tra  i vari ragazzi.

Ma solo creando false illusioni. Questi atteggiamenti che sembrano limitarsi solo nel calcio. Ma lo si applica anche nella vita quotidiana, sul lavoro e a scuola. Si scrive integrazione si legge discriminazione.