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Inferno e Paradiso

samurai

Un samurai chiese a un maestro di spiegargli la differenza tra inferno e paradiso.
Il maestro senza neanche guardarlo cominciò a insultarlo in modo pesante.
Il guerriero sguainò la spada per tagliare la testa al maestro insolente.
disse il monaco prima che la sua testa venisse mozzata.
Impressionato dalle parole il samurai si calmò all’improvviso e rinfoderò la spada.
aggiunse il maestro sorridente.

 

In questo breve racconto emergono due cose fondamentali: la prima è l’importanza dell’insegnamento attraverso l’esperienza diretta, il maestro non discute, non da nessuna lezione teorica, insegna mostrando. Un fiero guerriero ha la porta principale del suo inferno nell’orgoglio, non può lasciare che qualcuno lo insultati, è disonorevole!
Quindi il maestro zen mostra al samurai quella porta senza dare alcuna spiegazione. Quando la porta è spalancata indica la vera origine di ogni inferno: l’inconsapevolezza. La rabbia acceca il samurai e lo spinge a lavare col sangue i ripetuti insulti del maestro ma appena tutto questo viene riconosciuto con la semplice frase: “questo è l’inferno” ovvero il tuo stato, il samurai “scopre” il suo paradiso: la consapevolezza. Il paradiso non sta nell’essere sereni o felici, troviamo il paradiso nell’attenzione su noi stessi, dentro il momento presente. Solo imparando a riconoscerci in ogni momento l’inferno scompare perchè qualcosa o qualcuno minerà sempre la nostra serenità. Il paradiso sta nel riconoscere la nostra sofferenza e le sue vere cause.
Questo significa riconoscere il proprio stato e si chiama “consapevolezza di sè”.

Nel semplice riconoscere i nostri sentimenti e le loro cause l’inferno svanisce
e senza alcuno sforzo entriamo nella coscienza paradisiaca di noi stessi.