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Seghetti,Nardi I e L’Ascoli di Rozzi

La storia del’Ascoli Calcio è fatta da grandi nomi che hanno dato lustro alla società Del Duca: Rozzi, Campanini, Dirceu Casagrande, Brady, Moro, ecc. Ma la storia di un club è fatta anche di personaggi meno noti che sono passati e hanno lasciato un segno ma non vengono ricordati.

Il primo è Seghetti Aldo portiere, ha militato nel 1955 con la Pro Calcio e dal 1958 al 1961 alla Del Duca Ascoli. Un persona squisita e un portiere con buone doti tecniche. Nel raccontare del calcio ricordava spesso il derby con la Pro Calcio che lo vide protagonista nel 1955 ” gli spalti dello Squarcia erano gremiti da più di 5000 persone e il clima era infuocato in campo volava di tutto pietre, oggetti ed altro, noi strappammo un pareggio che alla fine del campionato costò la prima posizione alla Del Duca” e nel mostrare orgoglioso e un po’ geloso le foto ricordava anche l’amichevole con la Sanbenedettese.

Guardando l’ immagine, Il secondo è Orlando Nardi ex giocatore e vice allenatore di una figura storica del calcio e degli allenatori Italiani Carletto Mazzone, lo abbiamo ascoltato per facci raccontare il suo Ascoli avendo attraversato i due grandi presidenti Del Duca e Costantino Rozzi. Nardi è un fiume di parole “ Ho iniziato nel 1946; ma già dal 1943- 1944 – abitando a porta Maggiore andavo spesso al campo sportivo Squarcia, mi ricordo c’erano due nazionali, un argentino e un brasiliano Faotto e Barrera.

Quando mi vedevano, si divertivano perché io stavo sempre con loro. Nel 1946, compiuti 16 anni, feci uno o due partite in serie C, poi ho continuato fino al “56. Come allenatori ho avuto Duo che era bravo, poi Tognotti, Del Grosso che era eccezionale, uno dei migliori allenatori che ho conosciuto. Poi Viotto, lo chiamavano “mosca bianca”,  giocavamo in quarta serie di eccellenza, partimmo per vincere il campionato: eravamo secondi o terzi, ma la dirigenza ripeteva di continuo: ”la settimana prossima lo mandiamo via, la settimana prossima lo mandiamo via, E ogni volta si ripeteva “la mosca bianca” è rimasta. La gara dove ho visto tanti spettatori è stato all’Appio contro il Chinotto Neri, eravamo circa 15.000 – 20.000. Per me era una novità di quelle grandi, segnai dopo tre minuti ma perdemmo per 2-1.

 

Loro erano secondi, noi alla fine arrivammo terzi. Era il campionato di IV serie di eccellenza. Io in quell’anno giocai all’inizio 20 partite poi ebbi un infortunio alla caviglia ma ripresi e feci un campionato bellissimo. Ricordo una gara interna contro il Chinotto Neri e con il sistema, il mezzo sinistro era marcato dal mezzo destro, allora, io mezzo destro mi trovai Mosca davanti che aveva 35 anni ma aveva giocato in nazionale, finita la partita venne negli spogliatoi a salutarmi e mi disse” è la prima volta che trovo uno che non da botte e non mi fa vedere la palla.” Cosa ricordo dell’ era Rozzi… io di quel periodo ricordo tutte cose belle perché è stato il periodo che lo sport Ascolano è stato portato a conoscenza di tutta l’Italia e sia per la bravura del presidente Rozzi.

Rozzi ti dava la sensazione di essere non il magnate, ma il presidente che ti sta vicino. Rozzi in quel periodo si abbinò con Mazzone e io dicevo loro: siete due matti. Mazzone era stato scelto da Rozzi, perché si si ruppe tibia e perone in Ascoli e fu quasi, in un primo momento, preso per risarcimento del danno, invece Mazzone ci ha dato delle straordinarie soddisfazioni. Come allenatore Carletto è stato uno dei migliori d’Italia: riusciva a caricare la squadra, a dargli un concetto concreto. Tutti quanti sapevano quello che dovevano realizzare, conosceva tutti gli avversari dal titolare alla riserva e riusciva a trasmettere ai giocatori la sua idea. Nel periodo negativo in Serie A, quando eravamo ultimi in classifica facemmo un 4- 5 giorni di sosta vicino Roma sul mare a Ostia. Il martedì sera prima di iniziare la cena, Mazzone chiese se ci fosse una sala libera con un tavola rotonda. In quella tavola rotonda lui mise a fuoco tutte le virtù e i difetti della squadra, i giocatori potettero rispondere e dire come la pensavano. Da quel momento in poi l’allenatore è diventato colui che ti faceva fare tutto quello che era giusto, come se lo scegliessero i giocatori: è una grossa virtù questa.

Dopo quella tavola rotonda perdemmo a Cagliari e poi e a Torino, ma da quel momento la squadra incominciò a risvegliarsi perché fino ad allora aveva giocato bene però non si era realizzata. Parliamo ora del’annata 1974-1975 l’ultimo anno che siamo stati insieme io e Mazzone, poi lui andò a Firenze e io rimasi in Ascoli a fare l’impiegato postale e non mi lamento. Per me Mazzone è stato capace di trasformare una squadra che non era costata niente in una delle migliori in Serie A e fu una grossa avventura . Ricordo sono stato allenatore in seconda 7 anni con Mazzone, durante gli ultimi tre, un giorno mi disse ” Nardi io non ho più tempo per allenare i portieri allora bisogna che lo fai tu, così ho imparato dai portieri come si fa l’allenamento. Un mese sono stato dietro di loro e davo belle direttive, apprezzate anche da Piola venuto ad Ascoli a fare un corso di allenatori per terza categoria lui faceva lezione ai bordi del campo, quando un giorno mi vide allenare i portieri che erano Grassi, Masoni e Migliorini mi fece i complimenti.

Feci con lui diverse fotografie e le portò a Coverciano, convinto che sarebbero state pubblicate su un libro. Piola è stato l’unico che ha riconosciuto il mio valore come allenatore di portieri. Per me il portiere era una cosa diversa però mi sono adattato.
” I ricordi non finiscono ” Un giovedì incontrammo l’Atalanta erano di passaggio, si recavano in bassa italia. Felicioni ci fece una fotografia dove saltavamo di testa io, Carl Hansen, Angeleri e Casali. Ma ti dico eravamo tutti quanti all’altezza di 80-90 cm da terra per prendere la palla di testa e arrivai io a prenderla prima di Rinaldo Casali che era alto 192 cm.

I ricordi con Rozzi sono molteplici, una volta andavamo a Milano per la Coppa Italia uscimmo a Piacenza, sull’autostrada non si poteva passare più per l’acqua. Arrivammo a Milano prima dell’inizio del secondo tempo Rozzi si presenta all’ingresso e l’addetto gli fa “dove va lei” e Rozzi rispose sono il presidente dell’Ascoli e l’addetto rispose ” lei non può entrare senza biglietto” io stavo arrivando dietro, mi sento chiamare da quella persona” signor Nardi lei mi deve fare un piacere deve andare a prendere i biglietti per tutti quelli che stanno qui perché altrimenti non possono entrare? Forse era una addetto che faceva il giro Como. Milano, Varese e m’aveva visto in qualche altro posto.” Un ricordo va anche al fratello di Nardi, cioè Nardi I che ha il record dei gol fatti in Serie C 5 contro Urbino, però in Ascoli tutti sanno che Casagrande ha fatto più gol di tutti e invece non è vero perché è stato Nardi primo detto “il conte” .