CALCIO a 5

Calcio a 5 ipovedenti, Antonio Accanito: Sono un paio d’anni che ci togliamo grandi soddisfazioni

 “Sono un paio d’anni che ci togliamo grandi soddisfazioni e vincere è sempre bello”. Antonio Accanito, da anni, difende i pali dell’Invicta Pesaro 2001.

Con la formazione pesarese ha vinto tutto, in Italia. L’ultimo trofeo, in ordine di tempo, la Coppa Italia di calcio a 5 per ipovedenti, che va ad aggiungersi al Tricolore conquistato l’8 maggio a Ferrara, circostanza in cui è stato eletto miglior portiere della manifestazione. “Mi sono avvicinato a questo mondo per caso, durante una visita in ospedale – ricorda Accanito – mi è stato proposto di giocare e da quel momento è stato amore a prima vista”. “Mi sono innamorato subito di questo movimento – ammette Accanito – ho iniziato dapprima a giocare a Caserta, poi, quando questo club non è riuscito ad andare avanti, mi sono spostato a Pesaro. Non volevo abbandonare questo sport e il movimento del calcio a 5 ipovedenti e ho accettato subito di giocare con l’Invicta Pesaro 2001”. “Abito vicino a Caserta, lavoro a Napoli e difendo i colori del Pesaro – spiega il portiere – faccio il pendolare ma lo faccio con piacere perché so di far parte di un grande gruppo”. “Con Sirio Belluomini, con i giocatori, con tutto lo staffe e l’intero club siamo riusciti a creare un ambiente bellissimo – osserva Accanito – appena i nostri impegni ce lo permettono stiamo insieme: siamo amici e molto uniti”. Di vacanze neanche a parlarne: “Non ci si deve mai riposare – commenta il giocatore del Pesaro – impegnato con la Nazionale al raduno dal 3 al 5 giugno a Firenze. Agli ultimi Mondiali abbiamo vinto la medaglia di bronzo, non dobbiamo dimenticarlo”. “Speravo che questo importantissimo risultato servisse da vetrina per il nostro movimento – dichiara Accanito – speravo che contribuisse a farci conoscere di più ma nonostante l’ottimo lavoro della Federazione i ragazzi non hanno il risalto che meritano”. “Il calcio a 5 per non vedenti, per lo meno, gode di maggiore visibilità essendo disciplina inserita nel programma dei Giochi Paralimpici – aggiunge l’estremo difensore del Pesaro – ma alle volte ho l’impressione che noi siamo l’ultima ruota del carro. Non lo dico per me ma per questi ragazzi che meritano tanto perché sono straordinari, sia dal punto di vista tecnico che umano. Spero – conclude Accanito – che con gli anni le cose cambino”. “Sono un paio d’anni che ci togliamo grandi soddisfazioni e vincere è sempre bello”. Antonio Accanito, da anni, difende i pali dell’Invicta Pesaro 2001. Con la formazione pesarese ha vinto tutto, in Italia. L’ultimo trofeo, in ordine di tempo, la Coppa Italia di calcio a 5 per ipovedenti, che va ad aggiungersi al Tricolore conquistato l’8 maggio a Ferrara, circostanza in cui è stato eletto miglior portiere della manifestazione. “Mi sono avvicinato a questo mondo per caso, durante una visita in ospedale – ricorda Accanito – mi è stato proposto di giocare e da quel momento è stato amore a prima vista”. “Mi sono innamorato subito di questo movimento – ammette Accanito – ho iniziato dapprima a giocare a Caserta, poi, quando questo club non è riuscito ad andare avanti, mi sono spostato a Pesaro. Non volevo abbandonare questo sport e il movimento del calcio a 5 ipovedenti e ho accettato subito di giocare con l’Invicta Pesaro 2001”. “Abito vicino a Caserta, lavoro a Napoli e difendo i colori del Pesaro – spiega il portiere – faccio il pendolare ma lo faccio con piacere perché so di far parte di un grande gruppo”. “Con Sirio Belluomini, con i giocatori, con tutto lo staffe e l’intero club siamo riusciti a creare un ambiente bellissimo – osserva Accanito – appena i nostri impegni ce lo permettono stiamo insieme: siamo amici e molto uniti”. Di vacanze neanche a parlarne: “Non ci si deve mai riposare – commenta il giocatore del Pesaro – impegnato con la Nazionale al raduno dal 3 al 5 giugno a Firenze. Agli ultimi Mondiali abbiamo vinto la medaglia di bronzo, non dobbiamo dimenticarlo”. “Speravo che questo importantissimo risultato servisse da vetrina per il nostro movimento – dichiara Accanito – speravo che contribuisse a farci conoscere di più ma nonostante l’ottimo lavoro della Federazione i ragazzi non hanno il risalto che meritano”. “Il calcio a 5 per non vedenti, per lo meno, gode di maggiore visibilità essendo disciplina inserita nel programma dei Giochi Paralimpici – aggiunge l’estremo difensore del Pesaro – ma alle volte ho l’impressione che noi siamo l’ultima ruota del carro. Non lo dico per me ma per questi ragazzi che meritano tanto perché sono straordinari, sia dal punto di vista tecnico che umano. Spero – conclude Accanito – che con gli anni le cose cambino”.